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Simon Roberts - Beneath the Pilgrim Moon

Le dodici fotografie in mostra sono state scattate al Victoria and Albert Museum di Londra durante la chiusura al pubblico dovuta alla seconda ondata di COVID-19 e ritraggono le sculture in marmo esposte all’interno delle Gallerie Dorothy e Michael Hintze, di notte, protette da teli di plastica, immortalate durante una ristrutturazione: una poetica e metaforica rappresentazione, per il fotografo, dell’esperienza della pandemia.

«Queste sculture - spiega Roberts - parlano, almeno a me, della loro immutata materialità, eppure c’è una fragilità conferita loro dalle circostanze più umili e temporanee. Questo paradosso è così avvincente. È una pausa prima di una rivelazione. Forse anche una speranza per ciò che verrà.»

Simon Roberts è noto per il suo lavoro che indaga la relazione tra le persone e i luoghi. La sua ricerca approfondisce l’essenza dell’esperienza pubblica condivisa e, dal 2007, esplora su tutto il territorio britannico luoghi ed eventi che riuniscono persone per provare con la sua fotografia quel desiderio di condivisione, quel senso dell’“esserci” sempre presente, che racconta un tratto distintivo del carattere e delle identità nazionali.

Nel lavoro esposto alla Other Size Gallery, invece, Roberts porta a termine un lavoro più intimista, si concentra su immagini che restituiscono uno spazio vuoto dove le sculture appaiono in un’inedita versione, solitaria e malinconica.

Le angolazioni insolite dei suoi scatti conferiscono un senso di disagio e vulnerabilità. Nelle sue immagini, infatti, vediamo corpi tagliati, isolati o in parte nascosti. Così, fotografando “Sansone e i Filistei” Roberts taglia fuori l'eroe principale dalla scena concentrandosi, invece, sulla vittima che piange; oppure decide di soffermarsi solo sul volto sofferente del protagonista dietro la plastica nel “Vulcano (o probabilmente Prometeo) incatenato a una roccia” di Claude David; o ancora, nella fotografia del “Teseo e il Minotauro” di Canova, scattata di lato e catturata da lontano lascia intravedere una sagoma quasi pensierosa e solitaria.

In questi scatti l’antica mitologia si unisce all’elegante neoclassicismo del XVIII secolo restituendo una contrapposizione che disorienta e al tempo stesso affascina: la sterilità della plastica che copre capolavori senza tempo e apparentemente inscalfibili ponendola in una condizione di isolamento e fragilità. «Nel lavoro di Simon Roberts – afferma infatti il curatore - le statue prendono vita anche grazie ai riflessi che scivolano sulla plastica, esaltandone la drammaticità delle posizioni e delle espressioni.»

Cenni biografici

Simon Roberts (1974) è un artista visivo con sede a Brighton, Regno Unito. Riconosciuto per i suoi tableaux, fotografie di grande formato del paesaggio britannico, la sua pratica comprende anche video, testi e lavori di installazione che, insieme, interrogano le nozioni di identità e appartenenza e il complesso rapporto tra storia, luogo e cultura.

Il paesaggio, per Roberts, è uno spazio contestato e ambiguo, modellato non solo dai fattori ambientali, ma dalla fantasia e dalla politica, dall’economia e dalla storia. Il suo lavoro riflette i dibattiti contemporanei sull'arte e sulla geografia culturale che comprendono il paesaggio come processo attivo di cambiamento incrementale, alla cui rappresentazione bisogna assoggettarsi.

Roberts ha tenuto mostre personali al National Science and Media Museum (Regno Unito), al Museo d'Arte Contemporanea di Roma (Italia), e il Museo d'Arte Multimediale di Mosca (Russia). Le recenti mostre collettive includono “Civilization: The Way We Live Now” presso il Museo Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (Corea del Sud), “Unfamiliar Familiarities” al Musée de l’Elysée (Svizzera) e “Songs of the Sky – Photography & the Cloud” a Les Rencontres De La Photographie Arles (Francia). Le sue fotografie si trovano in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la George Eastman House, Art Collection Deutsche Börse, Museo di fotografia contemporanea Chicago e altre recentemente sono state acquisite dal Victoria and Albert Museum di Londra.

Lo spazio Workness di Milano

Nato dall’intuizione del Cav. Sergio Filograna di offrire ai propri collaboratori servizi di qualità per vivere al meglio la propria giornata lavorativa, Workness ha poi allargato la sua offerta di esperienze esclusive e personalizzabili anche a C-Level e professionisti alla ricerca di un luogo di rappresentanza in cui gestire affari e tempo libero, in ottica bleisure. Workness è un luogo multidisciplinare e people-first che si sviluppa attraverso servizi esclusivi: Bistruccio, ristorante ricercato; MUSE, centro Wellness; 10Keys Milano, innovativo concept di hospitality; Other Size Gallery, spazio per l’arte contemporanea; Work&Progress, agenzia di consulenza del personale; Temporary Office, uffici arredati anche per meeting ad utilizzo temporaneo. Il concept Workness estende inoltre il suo concetto di benessere all’esperienza outdoor de IL GIRO DEI VENTI, manifestazione sportiva che, attraverso percorsi cicloturistici, veleggiate ed experience tra Salento e Grecia, unisce il piacere di esplorare con la passione per lo sport.

Scheda tecnica

Titolo                           Beneath the Pilgrim Moon

A cura di                      Claudio Composti

Sede                            Other Size Gallery c/o Workness, Via Andrea Maffei 1, Milano

Date                             27 novembre 2023 – 26 gennaio 2024

Opening                      Opening: lunedì 27 novembre, ore 18

Orari                            lunedì–venerdì, ore 10–18. Chiuso sabato e domenica.

Ingresso                      libero

Info al pubblico           t. 02.70006800 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ultima modificaMercoledì, 08 Novembre 2023 13:50
  • Data inizio: Lunedì, 27 Novembre 2023
  • Data fine: Venerdì, 26 Gennaio 2024
  • Evento a pagamento:

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