Mondo d'acciaio di Emilio Esgrò
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La storia che lega Emilio Isgrò a Brescia si arricchisce oggi di un nuovo capitolo.
Dal 15 dicembre il Parco delle Sculture del Viridarium nel Museo di Santa Giulia accoglie in permanenza una nuova realizzazione monumentale dell’artista siciliano, dal titolo Mondo d’acciaio.
Si tratta di un enorme mappamondo in acciaio, il più grande mai realizzato da Isgrò, del diametro di quattro metri, ideato quale esito finale della mostra inedita a lui dedicata - Isgrò cancella Brixia, 23 giugno 2022 – 16 aprile 2023 - e prodotto grazie al know-how ingegneristico di Feralpi Group, nell’ambito di un innovativo progetto di mecenatismo culturale dell’azienda di Lonato del Garda a beneficio della Fondazione Brescia Musei e della città.
L’opera, donata a Brescia dall’artista stesso insieme a Feralpi Group, riproduce il globo terracqueo fissato al terreno mediante l’asse terrestre, dal quale si dirama la rete dei paralleli e dei meridiani. Sono totalmente assenti le acque, che di fatto vengono incluse nel gesto della cancellatura.
Sulle superfici opache che delimitano le terre emerse e i vari continenti, Emilio Isgrò è intervenuto cancellando i nomi delle nazioni e delle città, a esclusione di Brixia. Una scelta che non solo pone l’accento sulle origini romane di Brescia, ma sottolinea anche quanto le sue radici latine siano state di vitale importanza negli sviluppi della sua storia urbanistica culturale e continuino a essere un punto di riferimento e di forte valenza civile per l’intero territorio.
La presentazione del nuovo capolavoro di Emilio Isgrò è un momento di grande festa per l’arte e il patrimonio bresciano, ma lo è anche personalmente, per me, vista la profonda gratitudine che provo nei confronti del grande Maestro, che in questi tre anni ha profuso straordinarie energie nella collaborazione con la nostra Fondazione per arricchire di nuovi caposaldi artistici inediti la città di Brescia. Il suo debordante entusiasmo, vero e proprio amore per la nostra città, e il lavoro che stiamo insieme facendo per la valorizzazione del patrimonio sono per me un dono quotidiano. "Mondo d'acciao" suggella un triennio di arricchimento per le nostre collezioni civiche bresciane di ben tre installazioni monumentali - due fisiche e una digitale - e corona appieno il lavoro di una fondazione il cui primo obiettivo è tutelare e arricchire il patrimonio culturale e artistico cittadino. Tutto ciò senza la grande generosità e l’entusiasmo di Emilio Isgrò non sarebbe stato possibile.
Il secondo grandissimo ringraziamento è rivolto alla famiglia Pasini e a Feralpi Group che hanno consentito che la più alta forma di mecenatismo artistico possa essere messa a disposizione della cittadinanza e del pubblico e possa diventare, da valore collezionistico individuale, un valore civico collettivo: una dimostrazione di grande visionarietà per un gruppo che da anni è vicino alle nostre attività culturali con lo stesso entusiasmo che il nostro Maestro Isgrò ha dimostrato dal punto di vista artistico e creativo.
Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei
Mondo d’acciaio del Maestro Isgrò rappresenta il punto di sintesi di diversi percorsi. Nel mettere a fattor comune le energie di Fondazione Brescia Musei, del Comune di Brescia e di Feralpi, di fatto unisce virtuosamente pubblico e privato per un'opera che, a chiusura dell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, avvalora la simbiosi esistente tra Brescia città d’arte e Brescia città d'industria. Rinsalda il legame tra la cultura manifatturiera di questo territorio e la Comunità, nella convinzione che l’economia crea lavoro e benessere, prodromici a produrre cultura e bellezza a loro volta basilari per alimentare il saper fare su cui poggia l'industria. Esprime una crasi tra il mondo imprenditoriale e la cultura della filantropia, così diffusa a Brescia. Per tutto questo, come Feralpi, abbiamo voluto fare dono di Mondo d'acciaio alla città.
Giovanni Pasini, consigliere delegato di Feralpi Group
Il progetto di Isgrò cancella Brixia, promosso da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia, curato da Marco Bazzini, ha posto in dialogo l’archeologia e l’arte contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo, attraverso una mostra e una serie d’installazioni monumentali (fisiche e digitali) oltre alla messa in scena di uno spettacolo teatrale originale presso il Teatro Romano, accolte dai più importanti luoghi di Brixia. Parco archeologico di Brescia Romana e del Museo di Santa Giulia.
Ho chiamato la mia opera Mondo d’acciaio perché questo titolo può avere due significati tra loro contraddittori. Il primo evoca immediatamente un mondo di durezza – per l’appunto un mondo d’acciaio - poco incline alla compassione e all’amore. E noi sappiamo bene di quanto amore c’è bisogno in questa stagione di conflitti e di guerre. Il secondo significato ci riporta invece a quella capacità di resilienza che l’acciaio possiede. Noi possiamo affrontare con determinazione e coraggio questo periodo terribile della storia perché la nostra morale è forte come l’acciaio. Forse sta qui il significato profondo della mia opera, e io sono certo che il pubblico sceglierà proprio questo secondo significato, senza margine alcuno di ambiguità. In sostanza è un mondo pacificato che l’arte richiede, e con l’arte la comunità umana nella sua interezza.
Emilio Isgrò, artista
Mondo d’acciaio è la seconda opera di Emilio Isgrò a rimanere per sempre parte del patrimonio artistico cittadino, affiancando Incancellabile Vittoria, la monumentale installazione di oltre 200 mq allestita sulla parete nord della fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia, inaugurata nel 2020, realizzata in collaborazione con il gruppo Brescia Mobilità, quale incipit della collaborazione triennale tra l’artista e la città di Brescia. I due lavori resteranno come testimonianza permanente del rapporto dialettico tra Isgrò e la città: Mondo d’acciaio, nel quale Isgrò risparmia solo Brixia, è anche simbolicamente il ricordo che Fondazione Brescia Musei lascia alla città per la Capitale italiana della Cultura 2023, che ha consolidato la centralità di Brescia e delle sue Istituzioni nella carta geografica della cultura internazionale.
Fin dai primi passi progettuali Feralpi Group, tra i principali produttori siderurgici in Europa, specializzato negli acciai per l’edilizia, ha collaborato con Fondazione Brescia Musei e con il Maestro Isgrò in tutte le fasi d’ideazione e realizzazione, fornendo all’artista siciliano il supporto tecnico e umano necessario all’esecuzione di quest’opera.
Con la giornata di oggi e la collocazione dell’incredibile opera Mondo d’acciaio di Emilio Isgrò portiamo un contributo straordinario al Parco delle Sculture del Viridarium, il comparto en plain air di Santa Giulia dedicato all’arte contemporanea. Mondo d’acciaio idealmente conclude il cammino avviato dalla visione di un nuovo Corridoio UNESCO che collega il Parco archeologico al Museo di Santa Giulia rendendo pienamente accessibili questi spazi e valorizzandoli grazie all’arte contemporanea. Non solo mostre, come quelle dedicate a Vezzoli, Isgrò stesso e Plessi, ma grandi capolavori di arte contemporanea che rimangono permanentemente a disposizione della città. Il Maestro Isgrò firma con questo lavoro la sua dedica d'amore ai nostri Musei: non ha cancellato Brixia dal suo mappamondo, perché - mi piace pensare - la luce che abbiamo irradiato in questi undici mesi di Capitale della Cultura ci ha garantito una voce nel mondo per le nostre attività culturali e per il nostro stellare patrimonio universale, di cui non a caso il luogo in cui siamo ora è sito UNESCO. La gratitudine infinita al Maestro Isgrò e al curatore Bazzini, ma altrettanto alla famiglia Pasini e a Feralpi Group, senza i quali questo intervento sarebbe rimasto solo uno dei miei sogni più bramati.
Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei
L’intervento di Isgrò trasforma lo spazio verde del complesso monastico di Santa Giulia, sito UNESCO dal 2011, in un vero e proprio Parco delle Sculture, dove già si trovano opere come il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, Untitled di Ariel Schlesinger, Formiamo umanità di Valerio Rocco Orlando, oltre a reperti archeologici come sarcofagi, iscrizioni e brani di architetture della civitas romana- Il Parco delle Sculture del Viridarium è parte, dal 2023, del Corridoio UNESCO di Brescia.
Questa nuova installazione suggella e consolida il felicissimo connubio che si è ormai instaurato tra Brescia ed Emilio Isgrò, grande Maestro dell’arte contemporanea. Dopo Isgrò cancella Brixia e Incancellabile Vittoria, con Mondo d’acciaio il Maestro siciliano fa dono alla nostra città di un’opera notevolmente suggestiva ed evocativa, che rappresenta un graditissimo omaggio alla nostra città e alle sue origini. La sua collocazione nel Viridarium, in un ideale dialogo con altre opere di artisti contemporanei e con reperti archeologici della antica Brixia, dimostra ancora una volta la capacità del nostro sistema museale di innovare e di creare connessioni tra patrimonio storico e modernità. Un grande plauso va quindi a Fondazione Brescia Musei per aver creduto fortemente in questo progetto che dà lustro alla nostra città. Ringrazio davvero di cuore, inoltre, Emilio Isgrò per questo prezioso omaggio e Feralpi Group che ha messo a disposizione del Maestro materiali, strumenti e competenze per la realizzazione di quest’opera. Un lavoro che rappresenta una traccia indelebile della straordinaria avventura che ha visto quest’anno Brescia protagonista quale Capitale italiana della Cultura.
Laura Castelletti, Sindaca di Brescia
Il progetto è realizzato nell’ambito dell’eredità Romeda per la valorizzazione dell’arte contemporanea.
Emilio Isgrò. Note biografiche
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, ME, 1937)
Considerato tra gli innovatori del linguaggio artistico italiano del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò è il padre indiscusso della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. Questa originale ricerca sul linguaggio lo ha reso una figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, facendone uno dei suoi indiscussi protagonisti. È, infatti, il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Le parole e le immagini sono cancellate singolarmente con un segno denso e dello scritto restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi o un solo vocabolo. Nel tempo questo gesto si applica alle carte geografiche, ai telex, al cinema, agli spartiti musicali, anticipa le espressioni più tipiche dell’arte concettuale, si declina in installazioni e, con il passaggio dal nero al bianco negli anni ottanta, arriva a risultati pittorici che si sono rinnovati in questi ultimi anni quando con la cancellatura ha costruito immagini quasi fossero pittogrammi. Il cancellare è un gesto contraddittorio tra distruzione e ricostruzione. Le parole, e successivamente le immagini, non sono oltraggiate dalla cancellatura ma attraverso questa restituiscono nuova linfa a un significante portatore di più significati: l’essenza primaria di ogni opera d’arte. La cancellatura è la lingua inconfondibile della ricerca artistica di Emilio Isgrò che oggi appare come una filosofia alternativa alla visione del mondo contemporaneo: spiega più cose di quanto non dica.
Dopo l’esordio letterario con la raccolta di versi Fiere del Sud (Schwarz, 1956), si dedica alla poesia visiva, nel doppio ruolo di teorizzatore e artista. Nel 1966 si tiene la sua prima personale presso la Galleria 1 + 1 di Padova a cui seguono numerose mostre presso la Galleria Apollinaire, la Galleria Schwarz e la Galleria Blu a Milano, La Bertesca a Genova, la Galleria Lia Rumma a Napoli. Nel 1977 vince il primo premio alla Biennale di San Paolo. Nel 1985 realizza a Milano l’installazione multimediale La veglia di Bach, commissionata dal Teatro alla Scala per l’Anno Europeo della Musica, mentre nel 2010 con la mostra Var Ve Yok è presente alla Taksim Sanat Galerisi in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1972, 1978, 1986 e del 1993, quest’ultima con una sala personale. Di inconfondibile rilievo è anche la sua attività di scrittore e uomo di teatro, consolidatasi con L’Orestea di Gibellina (1983/84/85) e con alcuni romanzi e libri di poesia, tra cui L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (Il Formichiere, 1975), Marta de Rogatiis Johnson (Feltrinelli, 1977), Polifemo (Mondadori, 1989), L’asta delle ceneri (Camunia,1994), Oratorio dei ladri (Mondadori, 1996) e, infine, Brindisi all’amico infame (Aragno, 2003). In questi ultimi anni sue mostre personali sono state presentate al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2008), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2013) e, nel 2016, una grande antologica a cura di Marco Bazzini ha coinvolto Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa del Manzoni a Milano. Nel 2019 un’imponente mostra antologica a cura di Germano Celant è stata presentata alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Dal 2020 al 2023 Isgrò è stato protagonista a Brescia di un importate progetto promosso da Fondazione Brescia Musei, che ha visto la realizzazione delle opere Incancellabile Vittoria, in Stazione FS della Metropolitana, l’esposizione Isgrò cancella Brixia, al Museo di Santa Giulia e a Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, lo spettacolo teatrale Didone Adonais Domine nel teatro romano e infine, il più grande mappamondo del maestro, Mondo d’acciaio installato nel Parco delle Sculture del Viridarium di Santa Giulia nel dicembre 2023.
Tra i progetti pubblici più recenti si ricordano l'installazione monumentale La Farfalla dei Malavoglia, inaugurata nel 2022 a Taormina e acquisita dalla Fondazione Sicilia di Palermo, L'abiura di Galileo (2023) realizzata per la celebrazione degli Ottocento anni dell'Università di Padova e Non uccidere (2023), installazione monumentale commissionata dal MAXXI di Roma e realizzata con l’architetto Mario Botta per i 75 anni della Costituzione italiana.
Numerose opere sono presenti in rinomate istituzioni nazionali, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, le collezioni del Quirinale e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’Università Bocconi e il Museo del Novecento di Milano, il Mart di Rovereto, nonché collezioni internazionali quali il Centre George Pompidou di Parigi, i Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles e i musei di Gerusalemme e Tel Aviv.
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La Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico – privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei anche: Museo di Santa Giulia, Brixia. Parco Archeologico di Brescia romana, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia e il Cinema Nuovo Eden.
Fondazione Brescia Musei è con la Pinacoteca Tosio Martinengo l’ente capofila della Rete dell’800 lombardo, il network fondato nel 2004 e ricostituitosi nel 2019 con il supporto di Regione Lombardia.
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Feralpi Group è tra i principali produttori siderurgici in Europa (2.4 mld € di fatturato nel 2022, oltre 1850 dipendenti diretti nel 2022) ed è specializzato nella produzione di acciai destinati sia all’edilizia sia ad applicazioni speciali. Dalla capogruppo Feralpi Siderurgica, fondata nel 1968 a Lonato del Garda (Brescia), un percorso di crescita ha dato vita ad un Gruppo internazionale, diversificato e verticalizzato a monte e a valle della filiera produttiva e di commercializzazione. La missione che si propone Feralpi non è soltanto quella di produrre i migliori acciai, ma di farlo nel modo più sostenibile possibile, nel rispetto delle persone e della loro diversità nonché dell’ambiente, ovvero abbattendo i consumi e le emissioni utilizzando le migliori tecnologie disponibili grazie ad investimenti tecnologici uniti ad un'intensa attività di innovazione e ricerca.
Scheda Tecnica
EMILIO ISGRÒ. MONDO D’ACCIAIO
Dal 15 dicembre 2023
Brescia, Museo di Santa Giulia | Viridarium - Parco delle Sculture (via Musei 81/b)
Ingresso e orari
Da ottobre a maggio, dal martedì alla domenica 10.00 – 18.00
Da giugno a settembre, dal martedì alla domenica 10.00 – 19.00
Ingresso libero
Fondazione Brescia Musei
tel. 030.2977833 – 834 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
- Data inizio: Mercoledì, 13 Dicembre 2023
- Evento a pagamento: Sì